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Chiesa Prepositurale S. STEFANO protomartire PDF Stampa E-mail

 

La Chiesa parrocchiale

Si affaccia con la sua facciata in stile barocco sulla piazza della città.
Sulla sinistra della facciata c'è l'abside dell'antichissima Chiesa prepositurale in stile lombardo, somigliante alle abisidi di S. Abbondio in Como. Viene datata circa il 1100 ed il 17 maggio 1912 è stata dichiarata monumento nazionale.
In epoca successiva è stata edificata una seconda chiesa dedicata a Santo Stefano, a settentrione della primitiva, più ampia della prima. Doveva avere più di un altare con un campanile alto circa 30 metri.
Nel 1576 S. Carlo diede l'ordine di demolirla perché troppo piccola e di costruirne una nuova sulla stessa area. L'incarico venne affidato all'architetto Pellegrini. Il battistero ottagonale esistente sul fianco della Chiesa è del 1605.
Nel 1743 un fulmine rese pericolante il campanile che nel 1750 fu abbattuto e costruito l'attuale tra il 1760 e il 1766.
L'ingresso della Chiesa era rivolto a mezzogiorno. Nel 1813 Gerolamo Spinedi decorò a stucchi il corpo centrale. Il coro venne ornato con una vetrata a colori dipinta da Guido Bertini nel 1847 .
Nel 1883 si rese necessario un nuovo ampliamento. I lavori durarono fino al 1894. Dell'antica Chiesa rimase solo l'abside.
L'altare maggiore e l'ingresso vennero girati da est a ovest; vennero aggiunte le due braccia ed eretta la imponente cupola, alta 33 metri.
Nel 1913 l'architetto Federico Frigerio costrui la splendida facciata. La signora Ester Belloni Castiglioni donò un organo meraviglioso.

La Chiesa nel 1888
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La Chiesa nel 1890
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La chiesa nel 1903
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Iscrizione che corre in alto lungo i muri della nostra chiesa

 
Stephanus plenus gratia et fortitudine faciebat prodigia et signa magna in populo. Et intuentes Stephanum omnes qui sedebant in concilio viderunt faciem ejus tamquam faciem angeli. Et lapidabant Stephanum, invocantem: “Domine Jesu, suscipe spiritum meum”. genibus positis, clamavit: “Domine, ne statuas illis hoc peccatum”; et cum hoc dixisset obdormivit in Domino. Dicamus hymnum supplices, palmas canendo militis, qui primus inter martyres, Christi secutus est crucem.
 

Stefano, pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e grandi miracoli tra il popolo. Guardando Stefano  tutti coloro che sedevano in consiglio videro il suo volto (farsi) come quello di un angelo. E lapidarono Stefano, che invocava “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Caduto in ginocchio, gridò: “Signore, non imputare loro questo peccato”; detto questo, morì (si addormentò nel Signore).

Intoniamo supplici un inno, cantando le vittorie del soldato, che primo tra i martiri, seguì la Croce di Cristo. (A.P)